La rigidità dinamica misura dunque il rapporto tra quanto la corda aumenta di tensione e quanto si deflette, ed è la proprietà fisica più importante di una corda. Essa si misura in chilogrammi per centimetro (o in libbre per pollice). La rigidità dinamica dipende principalmente dal materiale con cui è costruita una corda, per cui nonostante la grande varietà delle corde presenti sul mercato, esse possono essere classificate in base al materiale, e dunque risultano esistere poche classi di corde, all’interno delle quali le differenze non sono grandi.
Le corde più morbide sono in genere le migliori perché si deflettono di più, aumentando il dwell time e dunque riducendo lo shock, e perché si comportano in modo diverso a seconda della velocità dell’impatto e della tensione a cui sono incordate, consentendo di avere una maggiore sensibilità.
Le corde rigide possono però essere preferite dai professionisti perché una riduzione del dwell time risulta utile per aumentare il controllo ad alte velocità, e per le rotazioni. D’altronde la rapida perdita di tensione, tipica delle corde rigide, non è per loro un problema perché possono cambiare racchetta e farsi incordare di nuovo la racchetta ogni volta che lo desiderano. Infine, i professionisti sono giovani e allenati e non hanno problemi di gomito del tennista.